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L’emozione di Filipovic: “Grazie Recco, resterai per sempre nel mio cuore”

Felugo: “Gabi allenatore moderno. Ha idee, esperienza internazionale e carisma”
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Il saluto del patron Volpi: “Insieme a Filip momenti indimenticabili”
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Il saluto

Dopo nove stagioni insieme si dividono le strade della Pro Recco e di Filip Filipovic. In Liguria dal 2009, con una parentesi al Radnicki dal 2012 al 2014, il mancino serbo classe 1987 lascia un segno permanente nella storia del Club più titolato del mondo.
I numeri raccontano meglio di qualunque altra cosa l'impatto del campione olimpico sul pianeta biancoceleste: con la Pro Recco ha vinto otto Scudetti, sette Coppe Italia, tre Champions League, due Supercoppe europee, una Lega Adriatica. Sulla calottina il numero 10, l'abbinamento ideale per il fenomeno, premiato quattro volte con il Len Award, l'equivalente del pallone d'oro calcistico: nessuno come lui nella pallanuoto.

“È la fine di una storia bellissima, sono onorato di aver fatto parte della famiglia Pro Recco per così tanto tempo - le parole del campione serbo -. Questa società mi ha dato tutto, sono cresciuto come uomo e come giocatore. Ringrazio il patron Gabriele Volpi, Eraldo Pizzo, il presidente Maurizio Felugo. Mando un saluto speciale ai miei compagni di squadra: sono stati il mio orgoglio, nessun trofeo e premio individuale sarebbe stato possibile senza gruppi così forti. E poi gli allenatori che mi hanno dato fiducia: dal primo, Pino Porzio, fino all’ultimo, Ratko Rudic, e gli staff tecnici. È stato un peccato concludere la stagione così, senza le battaglie finali. Adesso, però, per me è arrivato il momento di scrivere altre pagine di un nuovo libro: dispiace, ma questa è la vita di noi professionisti sportivi. Rimarrò per sempre fiero di aver indossato questa calottina. La Pro Recco, Recco e i suoi abitanti resteranno nel mio cuore, saranno la mia prima casa”.